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Sussurri * Ashley Audrain * Rizzoli * pagg. 360 |
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Riusciranno i nostri eroi a ritrovare l'amico misterioso scomparso in Sud America * Antonio Manzini * Sellerio * pagg. 152 |
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Sono tornato per te * Lorenzo Marone * Rizzoli * pagg. 272 |
La memoria per chi sa custodirla, è essa stessa radici, restituisce la vita a ciò che non c'è più, a chi non c'è più
Un romanzo che smuove una terra arida di umanità, per far emergere dalle viscere storie di uomini che ormai sembrano confinati in un tempo che non sarebbe più dovuto esistere, non può che contribuire a scuoterci per renderci conto dell'abisso in cui stiamo cadendo. L'attualità ce lo dimostra.
Il rischio di banalità e ripetizione di ciò che abbiamo già da tempo letto e riletto era forte, ma il trattare un aspetto che non conoscevo affatto e la penna di un grande scrittore come Marone lo hanno assolutamente evitato. L'elemento originale a cui faccio riferimento è quello dello sport e, in particolare, del pugilato nei campi di concentramento. Al Fuhrer piaceva infatti, perché incarnava la forza e i bicipiti e pettorali così vigorosi rappresentavano bene la razza ariana.
SONO TORNATO PER TE ci racconta proprio la storia di chi sul ring ha potuto sfogare la propria rabbia e urlare il proprio dolore, ma senza la libertà di emettere un grido: Cono Trezza.
Cono, chiamato anche Galletta perché vivace e impertinente, vive i suoi giorni a Monte Rianu, piccolo borgo nella Campania del sud, ai confini con la Basilicata. Siamo quasi alla fine degli anni '30. Figlio di contadini a cui era stata affidata la gestione di un piccolo podere, segue un destino già scritto, ma per lui non pesante da accettare. Aiutare suo padre era naturale e appagante. Altra felicità non c'era fino al giorno in cui, ne scoprì un'altra di felicità: quella che risiedeva negli occhi di Serenella, quindicenne sbocciata da un giorno all'altro e da cogliere subito, prima che la prepotenza e l'arroganza di Romano, figlio del podestà, potesse strapparlo dal terreno dell'innocenza.
I Trezza sono una famiglia che, come diverse nel paese, non avevano sposato affatto l'ideologia fascista, ma per il quieto vivere e per assicurarsi il sostentamento quotidiano, tenevano tutto dentro così come il dolore, la sofferenza per i lutti che avevano colpito Giuseppe e Rosa Trezza. La loro non era però un'accettazione supina e ben lo dimostra la difesa nei confronti del figlio quando, dinanzi alla tracotanza di Romano, farà venire fuori la sua forza.
E dopo i giorni segnati dal silenzio di una neve fitta scesa per far riposare i campi, o quelli in cui a suonare era la musica del vento nel mare d'erba pronto a ballare la sua ultima danza prima di mutare colore e volgere il capo alle mietitrici, arrivarono i giorni colorati di nero dalle camicie dei fascisti e di rosso per il sangue che iniziò a sporcare i manganelli dei prepotenti.
Per Cono il servizio militare sarà la salvezza, ma anche il corridoio che lo porterà a solcare l'ingresso in un campo di concentramento.
Nel campo Cono era entrato per la prima volta in un punto morto di una notte trasparente come vetro, una di quelle notti in cui i presentimenti s'affacciano nel cuore, il silenzio del cosmo sovrasta la terra dall'alto e l'uomo si accorge di essere una cosa minuscola
Con una rabbia dentro di me che si è accumulata pagina dopo pagina, la lettura è andata avanti. Si placava solo dinanzi alle descrizioni dettagliate di ambienti o situazioni. Volevo gustare le parole che riuscivano a rendere ora poesia d'amore, ora poesia tragica i vari momenti.
Quando poi è iniziata la seconda parte, tutto si è fatto più struggente. Entra nella vita di Cono, Palermo, compagno di prigionia che lo sosterrà non proferendo mai un lamento, ma solo consigli volti a spronarlo e a non fargli perdere i ricordi a cui aggrapparsi per andare avanti.
Il cuore si è stretto ancor di più e le lacrime hanno iniziate a scendere. In esse hanno navigato le parole scritte in modo quasi da evitare di scagliare altri pugni ad un muro fatto di Storia già scritta con un finale immutabile; parole che non vogliono far dimenticare, ma non desiderano altra violenza; parole che alleviano il dolore atroce di morti insensate:
Morire è solo non essere più visti
Parole di una penna mossa da colui il quale si può definire uno dei più grandi scrittori italiani e che, ancora una volta, ci ha omaggiato di una storia, purtroppo, perfetta.
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Quando sarai più grande capirai * Virginie Grimaldi * Mondadori * pagg. 297 |
Capitava che per qualche secondo pensassi ad altro e dimenticassi cosa stava succedendo. Poi, brutalmente, la realtà mi fulminava. Era morto mio padre
Per quanto possiamo essere circondati da persone care, i dolori, le gioie e le angosce si affrontano da soli.
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Le stanze buie * Francesca Diotallevi Neri Pozza * pagg. 304 |
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Grande meraviglia * Viola Ardone * Einaudi * pagg. 297 |
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Supereroi * Paolo Genovese * Einaudi * pagg. 288 |
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Fame d'aria * Daniele Mencarelli * Mondadori * pagg. 180 |
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Il cognome delle donne * Aurora Tamigio * Feltrinelli * pagg. 416 |
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Il miglio verde * Stephen King * Sperling & Kupfer * pagg. 556 |
Nel penitenziario di Cold Mountain, lungo lo stretto corridoio di celle noto come «Il Meglio Verde», i detenuti come lo psicopatico «Billy the Kid» Wharton o il demoniaco Eduard Delacroix aspettano di morire sulla sedia elettrica, sorvegliati a vista dalle guardie. Ma nessuno riesce a decifrare l'enigmatico sguardo di John Coffey, un nero gigantesco condannato a morte per aver violentato e ucciso due bambine. Chi è Coffey? Un mostro dalle sembianze umane o un essere diverso da tutti gli altri?
Inizio con una premessa: la mia non vuole essere una vera e propria recensione, il libro non è una nuova uscita ed è conosciutissimo. No, il mio è più un racconto della mia esperienza con King, ma non in solitaria.
La mia conoscenza circa Stephen King era riconducibile a una nozione da Wikipedia: scrittore di letteratura fantastica, soprattutto di horror. Quando nel '99 uscì il film "Il miglio verde" ero (ora non so se sono migliorata tanto), ignorante e non sapevo fosse tratto da un suo libro, ben meno vedendolo lo potevo ricondurre a King: non avevo letto nulla di suo e non vi erano tracce di horror nella trasposizione cinematografica.
Per me King era sinonimo di horror!
Dopo ben ventisette anni dalla sua uscita ho accettato l'invito a una lettura comune con @lalibridinosa e @duelettrici.
Sullo stesso divano, in tre!
Tra un "fatti più in là", "spostati che mi fa caldo" e "vai a prendere da mangiare", l'avventura è iniziata ed è stata una meravigliosa scoperta.
Ero quasi sicura di non poter trovare nulla di nuovo e addirittura di annoiarmi: avevo già visto il film!
Niente di più sbagliato, la lettura si è confermata un'esperienza arricchente e non solo di particolari assenti nel film per esigenze cinematografiche, ma di tutte quelle sensazioni che si possono provare in seguito a una lettura così coinvolgente.
Nonostante conoscessi il finale, ho sperato, ho sperato, ma ho pianto lo stesso.
Non cullatevi su "ho già visto il film". Non fate il mio stesso errore. Rimediate,
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La stagione del tuono * Bianca Rita Cataldi * HarperCollins * pagg. 288 |
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Resta con me sorella * Emanuela Canepa * Einaudi * pagg. 408 |
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Posto sbagliato momento sbagliato * Gillian McAllister * Fazi * pagg. 377 |
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ELP * Antonio Manzini * Sellerio * pagg. 533 |
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Labirinti * Franck Thilliez * Fazi * pagg. 400 |
Il nuovo capolavoro del re del thriller francese, autore da nove milioni di copie vendute e maestro assoluto del rompicapo letterario.
Una giovane poliziotta, Camille Nijinski, si trova nello studio del dottor Fibonacci, uno psichiatra che si accinge a raccontarle una storia incredibile di cui è l’unico depositario. Si tratta della testimonianza raccolta da una paziente, la quale è stata trovata priva di sensi e di memoria in un bosco accanto al cadavere di un uomo.
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I Monteleone * Lucia Tilde Ingrosso * Baldini + Castoldi * pagg. 432 |
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La voce del buio * Gigi Paoli * Giunti editore * pagg. 329 |
Il CICAP era stato fondato nel 1989 per promuovere indagini scientifiche e critiche nei confronti delle pseudoscienze, del paranormale, dei misteri e dell'insolito...
Montecchi vive tra Verona e Saint Paul de Vince, paesino dietro Nizza, di cui Cinzia, la sua amata moglie perduta si era innamorata.
Famoso nell'ambiente forense, viene contattato per dare una risposta razionale a eventi che di razionale hanno ben poco: anziani, residenti nella Villa imperiale sul Passo della Mendola, scompaiono di notte, da dodici anni, uno ogni due anni. In particolare lui viene chiamato per analizzare la sparizione dell'ultima anziana.
Il modus operandi è lo stesso ed è proprio questo che ha dato adito a storie, legende che hanno trovato terreno fertile in un paesino con un passato torbido.
Montecchi dovrà ricostruire gli eventi per dare risposte logiche.
Paoli si conferma scrittore di grande talento, con una capacità descrittiva in grado di trasportarmi nei luoghi menzionati e dare l'impressione di essere accanto al protagonista.
Una scrittura che, in alcuni momenti diventa quasi sensoriale, tattile. Mi è sembrato di percepire l'umidità e l'odore del bosco bagnato, il freddo mattutino e il tepore di un tè caldo, ma anche la paura, l'ansia e i dubbi che si insinuavano tra i pensieri diventando gli stessi dei protagonisti.
Tra tutti ne prevale uno:
Esiste qualcosa di razionalmente inspiegabile?
Un punto di domanda in cui si ripone la speranza di poter leggere ancora del prof. Montecchi.
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Ti rubo la vita * Cinzia Leone * Mondadori * pagg. 615 |
Nella tempesta, la nave della sua vita aveva rotto gli ormeggi. Era costretta a seguire il destino che il marito aveva inventato per lei, quello che la moglie del mercante di Odessa non aveva potuto vivere.
Alla seconda protagonista la vita viene rubata dalla guerra e dalle leggi razziali. Giuditta, nel 1938, prende coscienza della sua identità proprio nel momento in cui le viene sottratta.
A Esther, la terza protagonista, che vive negli anni '90 la vita verrà rubata invece da un uomo misterioso che le propone un matrimonio combinato e disciplinato da un contratto patrimoniale.
Questa inclusione evidenzia come il vero protagonista sia lui: il contratto.
Gli uomini mi utilizzano per domare il caos e si illudono che io possa proteggerli dall'errore, dall'avidità, dalla perfidia e dal caos
Ti rubo la vita è un romanzo corposo che all'inizio presenta un ritmo lento per poi cedere il posto a una camminata più veloce e andante che giungerà al traguardo sorprendendo per la rivelazione della meta inaspettata.
Una saga familiare in cui le donne fanno da padrone, ma con sé portano gli uomini e il loro peso: alcuni rispetteranno le loro identità, altri saranno autori dei furti delle loro vite.
Seppure il sapore sia tanto femminile, la Leone ci risparmia elementi di femminismo considerando l'accezione negativa del termine.
La sua penna scorre a cascata cavalcando tempo e spazio, facendoci conoscere la Storia.
Così mi ha ammaliato, avvolto e portato con sé a scoprire cosa univa queste donne le cui vite sembravano apparentemente separate e non unite da alcun elemento se non quello di una vita rubata e la fermezza, la perseveranza e la risolutezza nel difendere a tutti i costi la propria identità.
L'autrice mi lasciava, nello scorrere delle pagine, la sensazione che man mano si faceva più forte: c'era qualcosa di più che accomunava Miriam, Giuditta e Esther e quel qualcosa si è rivelato oltre ogni mia aspettativa.
Mi sono innamorata della sua scrittura in grado di descrivere così bene ambienti, personaggi e loro emozioni in maniera viva, piena, per niente piatta.
Un primo incontro, quello tra me e la Leone, che mi porterà a leggere sicuramente la sua nuova creatura, uscita in questi giorni.
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