30 gennaio 2021

RECENSIONE IL VIAGGIO DI HALLA

IL VIAGGIO DI HALLA * Naomi Mitchison * Fazi Editore * 148 pagg

Per la prima volta in Italia un classico della letteratura fantasy del Novecento scaturito dalla penna di una scrittrice tutta da riscoprire, grande amica e prima lettrice di J.R.R. Tolkien. Questa è la storia di Halla, figlia di un re che decide di abbandonarla nei boschi. Qui viene accudita dagli orsi e poi cresciuta dai draghi sulle montagne rocciose; ma il tempo dei draghi, minacciati dagli odiosi e crudeli esseri umani, sta per finire. Odino, Padre di tutte le cose, offre ad Halla una scelta: vivere alla maniera dei draghi, accumulando tesori da difendere, o viaggiare leggera e attraversare il mondo con passo lieve? Iniziano così le fantastiche avventure della ragazza, che girovagherà alla scoperta di nuove terre e antiche leggende, in mezzo a creature incredibili, luoghi misteriosi e magie dimenticate. La sua conoscenza di tutti i linguaggi, sia quelli umani che quelli animali, la aiuterà ad andare oltre le apparenze, ma anche a mettere in discussione ciò in cui ha sempre creduto, mentre affronta, una dopo l’altra, le nuove sfide sul suo cammino. 

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Una doverosa premessa alla quale spero voi crediate: io il libro l'ho letto. L'ho finito perché di poche pagine (poco meno di 150), ma se ce ne fosse stata qualche altra penso che avrei preso il volume e lanciato dalla finestra. 


Una storia piatta. Capace di suscitare il nulla in me. Nessun coinvolgimento, nessun pathos, niente se non l'ansia di finirlo per il susseguirsi di eventi riuniti insieme come un tipico "Bignami". E' proprio un riassunto, fatto pure male, di una storia che, dipanata in maniera diversa sarebbe potuta essere una interessante storia fantasy. Qui si passa da Halla cresciuta dagli orsi a Halla cresciuta dai draghi nel giro di poche righe per trovarla poi, ma non molto "poi" a parlare con i cavalli in tutt'altro luogo!

Naomi Mitchison  viene definita come un'intima amica di Tolkien tanto che lesse in anteprima alcune sue opere. Ebbene, il suo scritto è un condensato di elementi tipici del fantasy dell'epoca e utilizzati anche dallo scrittore inglese, ma che non si avvicina minimamente alla grandezza tolkieniana. 


 

24 gennaio 2021

RECENSIONE L'ASSASSINIO DI ROGER ACKROYD

L'assassinio di Roger Ackroyd * Agatha Christie * Mondadori * 252 pagg.
    

King's Abbot è un tipico paesino della campagna inglese dove non succede mai nulla di speciale.

Un giorno però qualcosa accade: l'uomo più ricco del paese, Roger Ackroyd, viene assassinato proprio quando sta per leggere una lettera che avrebbe fatto luce sul misterioso suicidio di un'amica, la signora Ferrars. Il delitto getta nello sgomento la piccola comunità. Ma, in particolare tra gli amici e i parenti della vittima, non tutti hanno da dolersi dell'accaduto. Almeno così sembra credere un buffo investigatore belga in pensione, trasferitosi da poco nel villaggio per coltivare zucche: l'ineguagliabile Poirot. Sarà lui a scoprire che la realtà è ben diversa da come appare e che tutti, anche le persone insospettabili, hanno qualcosa da nascondere.

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#readchristie2021. Il mese di gennaio prevedeva la lettura di un testo ambientato in una grande villa. Io ho scelto L'assassinio di Roger Ackroyd. 
La villa in questione si trova in un tipico paesino della campagna inglese caratterizzata da una tranquillità che viene rotta dall'omicidio dell'uomo più ricco del paese: Roger Ackroyd. 
Ad indagare su questa morte sarà, in un primo momento l'ispettore Davis, ma sarà solo per poco.
Nella cittadina infatti, da poco è arrivato un ispettore belga che ha deciso di trascorrere qui la sua nuova vita da pensionato: l'ispettore belga Hercule Poirot. 
Non conosciuto da tutti, volentieri aiuterà Davis e i suoi colleghi poliziotti nello svolgimento delle indagini.

Il mio giudizio su questo testo è altamente positivo. A sorprendere non è solo la scoperta dell'identità dell'assassino.
Qui a lasciare basito il lettore è la struttura stessa del romanzo che si rivelerà al termine dello stesso rappresentando il vero colpo di scena. 
Purtroppo in merito non posso dire di più. Farlo vorrebbe dire scrivere uno spoiler. 
Posso dire però che la Christie è sempre capace di sorprendere rendendo originale e mai scontata una storia che ha tutte le caratteristiche per esserlo. 
Geniale perché tutti gli indizi ci sono presentati su un vassoio d'argento! il punto è che noi non usiamo "le celluline grigie", quelle che, invece, ha perennemente in funzione l'ispettore dalla testa a forma di uovo. Un giudizio assolutamente a cinque stelle.
L'edizione da me scelta è quella della Oscar Mondadori pubblicata nel 2020 che presenta una prefazione e postfazione di Leonardo Sciascia.
UN CONSIGLIO.: non sfogliate questo libro neanche per vedere da quante pagine è composto. La postfazione inizia indicando chi è l'assassino. Io, purtroppo, l'ho fatto, ma ciò non ha alterato assolutamente il piacere della lettura dinanzi alla scrittura del genio del giallo.

16 gennaio 2021

RECENSIONE AMABILI RESTI


AMABILI RESTI * Alice Sebold * edizioni e/o * 345 pagg


Susie, quattordicenne, è stata assassinata da un serial killer che abita a due passi da casa. È stata adescata da quest'uomo dall'aria perbene, che la stupra, poi fa a pezzi il cadavere e nasconde i resti in cantina. Il racconto è affidato alla voce di Susie, che dopo la morte narra dal suo cielo la vicenda con inedito effetto straniarne. Il libro procede avvincente come un giallo: vogliamo sapere chi l'ha uccisa, cosa fa l'assassino, come avanzano le indagini, come reagisce la famiglia. Ed è Susie che ci racconta tutto questo, aumentando così la nostra partecipazione emotiva. Lei "fa il tifo" per suo padre quando, opponendosi alla svolta che hanno preso le indagini della polizia, capisce chi è il vero assassino e, pur non avendo le prove, cerca d'incastrarlo. 







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"Non ci si accorge che i morti se ne vanno, una volta che hanno deciso di partire. Non è previsto. Al massimo li si avverte come un sussurro  o come l'onda di un sussurro che si placa piano piano."


Sappiamo tutto.

Sin dall'inizio.

Sappiamo cosa è successo.

Sappiamo chi è stato.

E allora?

Cosa ha da raccontarci questo libro?

Tutto.

Tutto l'essenziale e grazie alla voce della vittima.

E se ci sembrerà di leggere un thriller in cui assistere alle indagini per arrivare al colpevole, le nostre convinzioni verranno smontate. Piano piano.

Ansia e frenesia che faranno da padrone nelle prime pagine, lentamente scenderanno, si depositeranno in fondo al cuore per lasciare spazio a una strana pace. E' la pace di Susie.

La penna di Sebold, attraverso l'analisi di ogni componente della famiglia Salmon e delle amicizie della ragazza, ci porterà ad elaborare il lutto insieme a loro.

La sua scrittura ci farà sentire Susie vicino a noi che ci consolerà e ci aiuterà a fare pace con il dolore da lei vissuto e che lei ha spaventosamente trasformato non in una supina rassegnazione, ma in un riscatto innestato nelle persone da lei amate.

La straordinarietà di questo romanzo è stata proprio la capacità di smuovermi da punti fermi. La sua forza destabilizzatrice è stata la sua grandezza. I colpi di scena non sono stati la scoperta dell'assassino, la scoperta di indizi o trascorsi di vita nascosti. No!

Il vero stupore è stato quando leggendo l'ultima pagina, chiudendo il libro è rimasta una tragica serenità nel cuore..

12 gennaio 2021

RECENSIONE ERA DI MAGGIO

ERA DI MAGGIO * Antonio Manzini * Sellerio Editore * 381 pagg

"Mettilo agli atti, Italo. In una notte di maggio, alle ore una e dieci, al vicequestore Rocco Schiavone piomba addosso una rottura di decimo grado!". Gli agenti del commissariato di Aosta, che stanno imparando a convivere con la scorza spinosa che ricopre il suo cuore ferito, scherzano con la classifica delle rotture del loro capo, in cima alla quale c'è sempre il caso su cui sta indagando. Ma Rocco è prostrato per davvero. Una donna è morta al posto suo, la fidanzata di un amico di Roma, "seccata" da qualcuno che voleva colpire lui. E quando esce dalla depressione si butta sulle tracce di quell'assassino tra Roma ed Aosta, scavando dolorosamente nel proprio passato, alla ricerca del motivo della vendetta, un viaggio nel tempo che è come una ferita che si apre su una piaga che non ha ancora smesso di sanguinare. Però le rotture sono solo cominciate: un altro cadavere archiviato all'inizio come infarto. Un altro viaggio che si inoltra stavolta nel presente dorato della città degli insospettabili. In questo quarto romanzo, prosegue la serie dei polizieschi scabri, realistici e immersi nell'amara ironia di Rocco Schiavone. Ma in realtà, attraverso le diverse avventure di un poliziotto politicamente scorretto, si svolge un unico racconto. Il racconto della vita di un uomo che si scontra con la impunita e pervasiva corruzione del privilegio sociale, nel disincanto assoluto dell'Italia d'oggi.


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Terminato NON E' STAGIONE ho preso subito in mano il volume successivo perché era rimasto molto in sospeso. Qui si chiudono le due indagini: quella ufficiale e quella personale. Il ritmo è più disteso rispetto al libro precedente, ma non per questo noioso. No! Come può annoiare Schiavone! C'è tutto un modo da scoprire in Rocco e quando sai che ti può ancora sorprendere, hai voglia di conoscerlo ancora!

Conosciamo le sue "rotture di coglioni", ma qui ci vengono riepilogate e classificate in base al loro grado di pesantezza in modo da non perderne di vista neanche una. 

Manzini continua a delinearci con maestria non solo il vicequestore, ma anche la sua squadra: ognuno con una peculiarità, un modo di fare diverso l'uno dall'altro, che rende completo il quadro e la rappresentazione delle varie personalità . Non manca nulla, così  non si annoia Schiavone anzi, aumentano le sue "rotture di coglioni". 

08 gennaio 2021

RECENSIONE NON E' STAGIONE

Non è stagione * Antonio Manzini * Sellerio editore * 317 pagg
 


C'è un'azione parallela, in questa inchiesta del vicequestore Rocco Schiavone, che affianca la storia principale. È perché il passato dell'ispido poliziotto è segnato da una zona oscura e si ripresenta a ogni richiamo. Come un debito non riscattato. Come una ferita condannata a riaprirsi. E anche quando un'indagine che lo accora gli fa sentire il palpito di una vita salvata, da quel fondo mai scandagliato c'è uno spettro che spunta a ricordargli che a Rocco Schiavone la vita non può sorridere. I Berguet, ricca famiglia di industriali valdostani, hanno un segreto, Rocco Schiavone lo intuisce per caso. Gli sembra di avvertire nei precordi un grido disperato. È scomparsa Chiara Berguet, figlia di famiglia, studentessa molto popolare tra i coetanei. Inizia così per il vicequestore una partita giocata su più tavoli: scoprire cosa si cela dietro la facciata irreprensibile di un ambiente privilegiato, sfidare il tempo in una corsa per la vita, illuminare l'area grigia dove il racket e gli affari si incontrano. Intanto cade la neve ad Aosta, ed è maggio: un fuori stagione che nutre il malumore di Rocco. E come venuta da quell'umor nero, un'ombra lo insegue per colpirlo dove è più doloroso.


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 "Fa male l'assenza? No. Fa male la perdita. Che è altro dall'assenza. La perdita sa cosa ho perso. L'assenza può essere un vago sentore, un'emozione senza corpo e senza suono di qualcosa che manca e che non ho, ma che non so cos'è. La perdita è quella che provo io, perché lo so. Ed è peggio dell'assenza"

Questo terzo volume che vede protagonista Schiavone ci riserva un ritmo incalzante. Ansia e tachicardia non solo per un'indagine ufficiale in cui il commissario (ah no!! vicequestore! vicequestore!) deve sbrogliare una matassa e salvare la vita di una giovane ragazza, ma anche in un'altra faccenda meno ufficiale e che lo coinvolge perché ancorata al suo passato.


Manzini non ci fa respirare qui. E l'assenza di aria la si prova insieme alla sensazione di piedi fradici nelle Clarks da cui Rocco non si distacca mai. 

Quanto significato c'è in un semplice paio di scarpe? Le Clarks sono quella realtà da cui Schiavone non vuole assolutamente prendere le distanze perché lì, nella sua storia, c'è ancora tanto da elaborare. In quel paio di scarpe c'è l'assenza di un adattamento a un presente, a un'Aosta che li presenta la neve anche a maggio: non è stagione!

Sto apprezzando sempre più la scrittura di Manzini così aderente alla realtà, in grado di delineare e completare un personaggio così complesso per il suo vissuto.

Amo le pagine in cui Rocco dialoga con la sua defunta moglie. Credo sia uno spaccato di alta introspezione e psicologia dell'animo umano, all'interno di una storia poliziesca. Un connubio forse impensabile, ma Manzini lo rende così naturale.


"Il desiderio di una persona è immortale"

"Ma se lo riempi svanisce. E svanisce anche il bisogno di quella persona "

06 gennaio 2021

RECENSIONE LO SCHIACCIANOCI

 

LO SCHIACCIANOCI * E.T.A. Hoffmann * Rizzoli BUR Deluxe * pagg. 136



Scritto nel 1816, ripreso da Dumas e trasformato in musica dal genio di Cajkovskij, "Lo Schiaccianoci" di Hoffmann da due secoli continua ad affascinare grandi e piccini. Fritz e Marie, come tutti i bambini, vivono con gioia i giorni del Natale. Un amico di famiglia regala loro uno Schiaccianoci di legno: un oggetto all'apparenza innocuo, ma che darà vita alle più incredibili avventure che i due fratelli abbiano mai vissuto. Durante la notte, in camera di Marie appare infatti lo spietato re dei topi, con sette teste e sette corone, alla guida di un esercito di roditori; Schiaccianoci prende vita e, divenuto generale dei soldatini, dei tamburini e dei pupazzi di marzapane, lo affronta. I due bambini vengono così trasportati in un mondo popolato da topi, fate, soldati, principi e principesse, dove sogno e realtà si legano indissolubilmente. Una favola senza tempo in un'edizione unica, impreziosita dalle originali, caleidoscopiche e coloratissime illustrazioni dell'artista e designer Sanna Annukka, che accompagnano il lettore tra animate battaglie e meravigliose peripezie. 

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Una lettura che desideravo fare da molto tempo.
Ho colto l'occasione per recuperarla con il gdl organizzato da @muriomu.
La storia è conosciuta, ma come capita spesso in questi casi, quando la stessa viene vista e rivista in libri con diverse traduzioni, film e balletti, rimane nella mente una visione spesso distorta e non conforme alla storia originale. Leggerla poi con tempi molto diluiti mi ha permesso non solo di assaporare meglio una favola che nella mia mente era solo un vago ricordo, ma anche di notare particolari perduti nel tempo.  
In questa edizione la lettura è stata accompagnata dalle illustrazioni di Sanna Annukka: illustratrice e tipografa inglese con origini finlandesi.
Evidenti, nei disegni, l'influenza delle sue radici.
Troviamo inoltre, al termine della favola, delle note bibliografiche che ci permettono di conoscere meglio l'autore, svelando aneddoti curiosi e particolari della vita dello scrittore. 

RECENSIONE UN PICCOLO OMICIDIO DI NATALE


UN PICCOLO OMICIDIO DI NATALE
Lorna Nicholl Morgan *  Edizioni Lindau * 269 pagg




Dylis Hughes è un'agente di commercio, abituata a viaggiare per lavoro. Ma chi glielo ha fatto fare di mettersi al volante nel bel mezzo di una bufera di neve e con previsioni meteo così scoraggianti? Quando rimane bloccata con la sua auto nella campagna dello Yorkshire sul far della sera, capisce che non è stata una buona idea. Fortunatamente la soccorre Inigo Brown, che è diretto alla casa di un vecchio zio per festeggiare il Natale. I due, giunti all'austera dimora, scoprono una strana situazione. Il padrone di casa è chiuso nella propria stanza, apparentemente malato. La giovane moglie è affabile, ma sembra nascondere qualcosa, e i domestici non hanno l'aria di essere dei veri domestici. Quando la tormenta obbliga altri viaggiatori a cercare rifugio da loro, la compagnia si allarga e l'atmosfera si surriscalda. E, nel cuore della notte, la morte verrà a turbare il sonno degli ospiti...

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Di natalizio c'è solo la neve. 
Per il resto nulla me lo ha ricordato. 
Giallo prevedibile, nessun colpo di scena.
Ho apprezzato invece i momenti descrittivi, soprattutto dei paesaggi della tipica campagna inglese.
L'autrice è considerata una delle penne più apprezzate della crime fiction britannica. 
Gli elementi ci sono tutti: tenuta di campagna isolata e resa ancor di più irraggiungibile dalla tempesta di neve, personaggi rimasti bloccati al suo interno e con trascorsi da nascondere, ma che verranno fuori loro malgrado, indizi sparsi qua e là.
Insomma un giallo rilassante, ma al limite del noioso.
L'autrice ha scritto quattro romanzi tra il 1944 e il 1947, ma di lei non si sa null'altro.
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02 gennaio 2021

RECENSIONE MARY POPPINS

MARY POPPINS * P.L. Travers * Rizzoli * 187 pagg.




Ha una borsa prodigiosa, arriva con il vento e fa cose molto, molto strane. È Mary Poppins, la bambinaia più famosa di tutti i tempi. 
Con i suoi colori smaglianti e il magistrale uso del collage, la Mary di Lauren Child è destinata a conquistare il cuore dei lettori di ieri e di oggi. Il testo, nella nuova traduzione di Marta Barone, presenta una versione leggermente ridotta dei capitoli originali, che aiuterà anche i lettori più piccoli a scoprire la magia della tata più amata di sempre.

                                            🌟🌟🌟🌟


Quella di Mary Poppins è una storia conosciuta ormai. Io però l'ho apprezzata ancor di più visionando il film Saving Mr. Banks con Tom Hanks e Emma Thompson. Questo film, a mio avviso, si potrebbe paragonare a una presentazione in libreria, da parte dell'autrice, del film.  E se, prima di averlo visto, la lettura del romanzo provocava in me ilarità e spensieratezza, dopo la sua visione, le parole della Travers mi hanno riportato al loro vero significato.
Nella mia mente sono tornati i suoi ricordi  e tutto ha assunto un sapore diverso, più adulto, più maturo.
Non avrei mai potuto immaginare chi si celasse dietro le varie figure presentate nel romanzo.
L'altra mia convinzione che è stata scardinata riguarda l'esistenza di un solo libro. Non sapevo che in realtà Mary Poppins fosse il primo di una serie incentrata sulla figura della famosa tata.


Consiglio di leggere il romanzo prima e dopo il film. Credo che questo modo lo faccia apprezzare ancor di più. Cambierà completamente il punto di vista.