RECENSIONE 'LA TRISTEZZA HA IL SONNO LEGGERO' DI LORENZO MARONE - TEA

07:45

 

La tristezza ha il sonno leggero * Lorenzo Marone * Tea* pagg. 374


Erri Gargiulo, sulla soglia dei quarant'anni è un uomo fragile e ironico, arguto ma incapace di scegliere e di imporsi. Finché un giorno la moglie Matilde, con cui ha cercato per anni di avere un bambino, lo lascia. Da quel momento Erri non avrà più scuse per rimandare l'appuntamento con il suo destino. E deciderà di affrontare, una per una, le piccole e grandi sfide alle quali si è sempre sottratto. Imparerà così che per essere felici dobbiamo essere pronti a liberarci del nostro passato, capire che noi non siamo quello che abbiamo vissuto e che, se non vogliamo vivere una vita che non ci appartiene, a volte è indispensabile ribellarci. Anche a chi ci ama. Sarà pronto, ora, a prendere la decisione più difficile della sua esistenza?


Ora ho capito perché qualcuno di mia conoscenza si è tatuato la frase "mi faccio di speranza da 40 anni". È un motto che identifica bene tante esistenze e se la speranza viene considerata motore di una vita che naviga sul fiume dai corsi tortuosi e incerti, allora è sicuramente un'esistenza che non gode dell'attimo presente e non riconosce e assapora la possibile felicità del momento. 

Questa è la vita di Erri, venditore di fumetti. Il suo sogno sarebbe stato quello di diventare fumettista, ma quando la vita si è decisa a fargli capire che il lavoro che stava facendo non rispecchiava il suo sogno, ormai era troppo avanti con l'età per iniziare la carriera da disegnatore. 
Erri ha sempre patito la troppa  presenza della madre e l'abbandono del padre. I suoi problemi sembrano trovare la genesi nella figura della madre che "nonostante i suoi innumerevoli difetti, mi ha donato due cose fondamentali: presenza e attenzione".
Quel padre invece che l'ha lasciato nelle mani di una madre comunque ossessiva, calcolatrice, alla fine lo salverà.
Da cosa?
Da un matrimonio finito, da un figlio non arrivato, da una vita incasinata non solo dai legami parentali per i quali mi è stato necessario farmi uno schemino.

Erri sembra godere di questo vittimismo. In alcuni tratti pare crogiolarsi nell'autocommiserazione, ma poi come risvegliato dal torpore, prende coscienza dell'unicità della vita, della felicità che possono dare i gesti di ogni giorno e la convinzione di non voler vivere più di rimpianti.

Io mi porto dentro la mia zavorra di rimpianti, le tante speranze accumulate e mai avverate… La verità è che tra la speranza e il rimpianto passa un soffio. E in quel soffio trascorriamo gran parte delle nostra vita. 

Ritrovare Marone dei primi tempi è stato un piacere. Ritrovare quella penna che in maniera semplice, con una storia semplice ti mette davanti l'umanità con le sue sfaccettature (ogni personaggio ha una sua peculiarità ben definita), ti porta a sorridere per quella sottile, e a volte neanche troppo, ironia e subito dopo ti rifila un insegnamento di vita che ti fa riflettere e piangere. 

L'aver affidato la narrazione a Erri poi, ha dato un carattere ancora più marcato di verità a questa storia e voglio credere alle parole di Erri che, per quanto in alcuni momenti avrei voluto scuoterlo un po', in altri invece avrei voluto ringraziarlo.

La lettura è capitata in un momento in cui avevo bisogno di "farmi di speranza", ma io non credo al caso e averlo letto praticamente in un giorno può farvi capire quanto io avessi sete e quanto possa avermi dissetato. 



You Might Also Like

0 comments