Recensione ' L'ottava vita (per Brilka)' di Nino Haratischwii - Marsilio

07:45

 

L'ottava vita (per Brilka) * Nino Haratischwii * Marsiio * pagg. 1200





La famiglia Jashi deve la sua fortuna (e la sua sfortuna) a una preziosa ricetta per una cioccolata calda molto speciale, destinata a essere tramandata di generazione in generazione con una certa solennità. Gli ingredienti vanno maneggiati con cura, perché quella bevanda deliziosa può regalare l'estasi, ma porta con sé anche un retrogusto amaro... Al tempo degli ultimi zar, Stasia apprende i segreti della preparazione dal padre e li custodisce nel lungo viaggio che, da una cittadina non lontana da Tbilisi, in Georgia, la porta a San Pietroburgo sulle tracce del marito, il tenente bianco-rosso arruolatosi pochi giorni dopo le nozze. È convinta che quella ricetta, come un amuleto, possa curare le ferite, evitare le tragedie e garantire alla sua famiglia la felicità. Ma allo scoppio della Rivoluzione d'ottobre, quando il destino della stirpe degli Jashi cambierà per sempre, capirà che si sbagliava. Tra passioni e violenze, incontri, fughe e ritorni, sei generazioni e sette donne – da Stasia, nata nel 1900, a Brilka, che vedrà la luce nel 1993 – attraversano l'Europa, da est a ovest, fino all'inizio del nuovo millennio, inseguendo i propri sogni e arrendendosi solo alla Storia. Alla ricerca del proprio posto nel mondo, le discendenti del famoso fabbricante di cioccolato percorrono il "secolo rosso", dando vita a una saga familiare avventurosa e tragica, romantica e crudele, in cui per il lettore sarà dolcissimo perdersi, e ritrovarsi.




In realtà questa storia ha molti inizi. Mi è difficile sceglierne uno. Perché tutti rappresentano l'inizio.

Comincia così il racconto di un secolo di storia della famiglia Jashi, narrato da Niza a sua nipote Brilka. Perché questo racconto?
Brilka è in viaggio verso Vienna dove vuole recuperare radici che sembrano ormai infruttuose e alla zia viene affidato il compito di riportarla a casa, in Georgia, dove tutto ha avuto inizio.
Il romanzo rappresenta righe scritte in attesa dell'incontro tra le due.

E così partendo da Stasia, la bisnonna di Niza, ci spostiamo in un secolo di Storia, in una terra martoriata dalla dittatura comunista.

Stasia: "Era per me, solo per me. La bisnonna mi regalò l'amore che per decenni aveva rifiutato a tutti gli altri, che dava solo di rado, contenuto, nascosto, quasi con esitazione soprattutto non al proprio figlio. Ma a me lo regalò, impetuoso, forte, quasi ossessivo, infantile, straripante"

Da lei nasceranno fili che si incontreranno con altri. Da soli sembreranno anonimi, privi di significato, inutili, ma intrecciati daranno vita al tappeto della storia della famiglia Jashi, poggiato sulla Storia, quella con la "s" maiuscola.

I venti che soffiano sulle teste dei protagonisti, sono venti di guerra e di pace, di dittatura e libertà, di odio e amore.
E quando venti di questo tipo si scontrano, generano tempeste. Sono tempeste che abbiamo studiato sui libri di scuola o abbiamo conosciuto attraverso televisione e giornali. Come hanno vissuto tutto ciò i protagonisti di questo romanzo?
L'autrice ce lo fa sapere suddividendolo in libri che prendono il nome delle sette donne che vivranno le tempeste.
Così la storia viene sviscerata fino in fondo per comprendere e vivere quel dolore di una libertà negata e combattuta.
La pace non sembra arrivare mai per nessun membro della famiglia Jashi.
C'è l'evento bellico e la guerra interiore per combattere chi vuol scacciare i sogni dal corpo e dalla testa.

Quella di Niza, verso Brilka, sembra essere una missione, una sorta di operazione che serve a rivendicare destini schiacciati e che non hanno più avuto possibilità di rialzarsi.
In realtà, Niza vomita tutto ciò che ha dentro sperando di trovare il riscatto anche per sé stessa.
Ho capito che prima o poi verranno tutti, tutti i fantasmi che non hanno finito di raccontare le loro storie e che leggeranno attentamente le mie parole. 




Quanta sofferenza, quanto tormento psicologico emerge dalla lettura in maniera travolgente. La tecnica narrativa del racconto alla nipote, ha reso ancora più vivo e toccante lo scorrere di parole spesso sporche di sangue.


C'è così tanto dolore che, in determinati momenti, è necessario fermarsi per assaporare quella tazza di cioccolata fatta con la ricetta segreta della famiglia che potrebbe però, avere un retrogusto spiacevole


Non aspettatevi una trama semplice. Non può esserlo una che tesse fili di un secolo di storia e di sette donne! Ma la Haratischwii ha una penna che incatena e non confonde. Approfondisce ogni personaggio, contestualizza ogni vicenda dando notizie storiche precise. Qui c'è molta storia, molta politica che ha segnato indelebilmente le sorti di due paesi, Russia e Georgia, e non solo.


Un romanzo del genere, che ha scaturito riflessioni in me, anche in merito all'attualità mi avrebbe portato a dare un cinque, ma l'ultima parte mi è sembrata una sorta di strascico inutile e pesante e assolutamente evitabile.




You Might Also Like

0 comments