Recensione Elp di Antonio Manzini - Sellerio editore

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ELP * Antonio Manzini * Sellerio * pagg. 533





Non si fa che parlare dell'ELP, l'Esercito di Liberazione del Pianeta. Il vicequestore Rocco Schiavone guarda con simpatia mista al solito scetticismo ai gesti clamorosi di questi disobbedienti che liberano eserciti di animali d'allevamento in autostrada. Semmai è incuriosito dal loro segno di riconoscimento che si diffonde come un contagio tra ragazze e ragazzi. La vera violenza sta però da un'altra parte e quando Rocco viene a sapere di una signora picchiata dal marito non si trattiene, «come una belva sfoga la sua rabbia incontenibile»: «un buon suggerimento» per comportamenti futuri. Solo che lo stesso uomo l'indomani viene trovato ucciso con un colpo di pistola alla fronte. Uno strano assassinio, su cui Schiavone deve aprire un'inchiesta da subito contorta da fatti personali (comici e tragici). Per quanto fortuna voglia che facciano squadra clandestinamente anche i vecchi amici senza tetto né legge di Trastevere, Brizio e Furio, che corrispondono al suo naturale sentimento contro il potere. Nel caso è implicata una società che sembra una pura copertura. Ma dietro questa copertura, qualcosa stride e fa attrito fino a bloccare completamente Rocco sull'orlo della soluzione del caso. Intanto crescono in aggressività gli atti dell'ELP fino a un attentato che provoca la morte di un imprenditore di una fabbrica di pellami. Indagando, Rocco si rende conto che forse, dal punto di vista della sensibilità ambientale, sullo stabilimento non c'è molto da ridire. Ma perché i «simpatici» ambientalisti sono giunti a tanto? ELP è particolarmente narrativa e mette sotto un unico segno due casi e due inchieste. Le riunisce lo sfondo di calda attualità sociale. Anche il brusco vicequestore è più ombroso e stanco, sente più acutamente quanto importante sia l'amicizia, e deve investire nell'indagine tutta la sua irruente e sincera passionalità, e tutta la tenerezza della sua invincibile malinconia. 




La notizia del ritorno di Schiavone in libreria l'ho accolta con un misto di sensazioni: da un lato la voglia di leggere ancora del vicequestore, dall'altra la paura di ritrovarlo ancora tiepido e non coinvolgente come ne "Le ossa parlano".

Ha prevalso la voglia di rincontrarlo e così la lettura ha avuto inizio.

Troviamo subito Schiavone alle prese con la sua incapacità di gestire la rabbia e a sfogarla su un uomo che usa violenza nei confronti della moglie. Questo stesso soggetto sarà poi trovato morto. Ci sarà poi anche la vicenda dell' ELP, l'esercito di liberazione del pianeta, che manifesta il proprio dissenso riversando sulle strade animali rinchiusi in allevamenti.

Sono due vicende che per un po' viaggeranno parallele, ma poi, contro ogni regola matematica, si incontreranno e daranno modo al vicequestore di rendere attive e interessanti giornate che, altrimenti, non farebbero che aumentare la voglia di fuggire da un'Aosta che ha poche intenzioni di adattarsi alle sue Clarks.

La verità era che a Schiavone gli altri  interessavano sempre meno. Solo di fronte a una perdita, a un lutto irrisolvibile e devastante, riusciva a compatire, a percepire il dolore …

Ho ritrovato un vicequestore che sembra non trovare pace e non riuscire a fare i conti con un passato che lo supplica di cacciare i fantasmi che lo tengono ancorato a rancori e vendette. 
È lo stesso passato, sporco di sangue, a chiedergli di non farsi ingannare dalla mente che vede sempre e solo buio anche quando, in piena notte, c'è la luna che schiarisce.

Le vicende che richiederanno il suo intervento sono complesse e a tratti farraginose, ma per fortuna c'è quella che riguarderà D'Intino. 
In  più punti mi ha fatto sorridere e ridere, ma anche provare profonda antipatia per colei che cercherà di sconvolgergli abitudini di vita ormai consolidate e organizzate alla perfezione così come la sua mansarda che, più che mansarda, sembra essere il gioco del 15 a cui giocavamo da bambini.

E così, mi sono ritrovata a finire poco più di 500 pagine in tre giorni. Sicuramente le ferie mi hanno agevolato, ma di certo  ritrovare il Rocco Schiavone che avevo perso ha contribuito alla lettura così avvincente.

C'è un unico neo in questa storia.
È un particolare che potrà essere, forse, una porta aperta verso un altro capitolo e la cosa mi spaventa un po’. 

Chissà se ad altre lettrici è saltato o salterà all'occhio!



 





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