RECENSIONE 'L'IRA DI DIO' DI COSTANZA DIQUATTRO - BALDINI+CASTOLDI

07:30

 

L'ira di dio * Costanza DiQuattro * B+C * pagg. 272


 


Il Seicento volge quasi al termine, laggiù a Ibla, terra di Santa Inquisizione e governatori regi, notabili e viddani, vecchie zitelle e prostitute lise. La terra dove padre Bernardo, uomo dai moti secolari più che claustrali, «dominato dalle passioni eppure vinto dalle responsabilità», amministra una piccola chiesa celebrando messa senza slancio né vocazione. È la terra dove lui troverà l’amore, più che in Dio in Tresina, la perpetua redenta con il cuore grande e la risata lieta, lei che «infinitamente donna» gli farà il regalo più grande. Eppure, sullo sfondo di una fugace e momentanea felicità, aleggia un antico rancore, professato da un «dimonio» di madre che, timorata e luttuosa, mai gli ha perdonato errori adulti e bambini. Così, in un crescendo incontrollato di sentimenti contrastanti, senso del dovere e bramosia di dar seguito alle passioni, Bernardo diventa testimone di un evento distruttivo ed epocale, il grande terremoto dell’11 gennaio 1693, che segnerà la sua esistenza riducendola a fede macilenta, rovina e silenzio.



La DiQuattro scrive molto bene e, per questo la storia scorre velocemente, ma solo per questo. 

Se fosse stato per ciò che la sua penna ha voluto raccontare invece, mi sarei arenata poco dopo aver iniziato. Dalle prime pagine ci troviamo subito dinanzi alla figura di Padre Bernardo, prete per costrizione e non per vocazione. Proprio per questo mi sarei aspettata che emergesse di più dalla righe il suo struggimento interiore contro la vita che stava conducendo e invece no. 

Mi sono trovata invece, dinanzi a  una situazione di convivenza con una donna che incontra per per puro caso e l'accoglie perché comprende che sta vivendo un dramma e gli confessa che è in attesa di un di un figlio da parte di una persona che l'ha ripudiata. Padre Bernardo l'accoglie subito mettendo in piedi una situazione a cui non potevo attribuire una normalità  che invece viene data dal suo confratello e, soprattutto, da alcuni membri del Tribunale dell'inquisizione che gli assicurano che non evidenzieranno il caso. 

Tutto mi è parso surreale. La storia si è rivelata poco accattivante e coinvolgente, nonostante poi continui analizzando come l'evento "terremoto" si ripercuota sulla vita di Padre Bernardo. 



È stato veramente asettico, non lasciandomi alcuna sensazione se non quella di aver perso tempo nella lettura, andata avanti solo per la fluidità della mano della DiQuattro.

Peccato per il contenuto.




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