Recensione La voce del buio di Gigi Paoli - Giunti

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La voce del buio * Gigi Paoli * Giunti editore * pagg. 329




Da dodici anni alcuni anziani scompaiono di notte, senza lasciare traccia, tutti nello stesso modo: escono da Villa Imperiale, la sfarzosa casa di riposo sul Passo della Mendola dove sono ospiti, abbandonano i propri indumenti ai margini del bosco e si inoltrano nel buio richiamati da una voce… o almeno così riferiscono alle autorità gli amici e i parenti dei dispersi. Ogni due anni puntualmente la storia si ripete, senza che gli inquirenti riescano a venirne a capo. Mentre in paese si mormora che lassù c’è qualcosa di sovrannaturale per il susseguirsi di eventi inspiegabili, a far luce sul caso viene chiamato il professor Piero Montecchi. Fascinoso, ironico, innamorato della scienza e di una moglie perduta, Montecchi è docente di Neuroscienze forensi all’Università di Verona e membro del CICAP, l’ente che controlla le affermazioni sul paranormale. Tra foreste silenziose, presenze inquietanti e un antico fatto di sangue che ha sconvolto per sempre il villaggio, lo scettico professore dovrà sciogliere i nodi di una vicenda che sembra trascendere i limiti della razionalità. Perché nessuno meglio di lui sa che l’enigma più contorto non è l’occulto, bensì la mente umana.




Con l'ultima uscita su Carlo Alberto Marchi avevo notato elementi che mi avevano portato a credere che Gigi Paoli volesse mettere a riposo la figura del giornalista.

Questa nuova uscita mi ha dato conferma dei timori provati. 
Erano timori sì! 
Quando mi affeziono a un personaggio, quando mi colpisce e lascia il segno, approcciarmi a un nuovo protagonista è sempre un po' difficile. Ho paura che questo non sia in grado di farmi provare le stesse sensazioni. Poi, però prevale la ragione (rari momenti di lucidità) e penso che spesso, sono proprio scelte editoriali di marketing che portano ad "allungamenti di brodo" e a un progressivo senso di noia. Non so se sarà un riposo definitivo quello di Carlo Alberto Marchi, ma di certo quella di Paoli è stata una saggia decisione così da lasciare un ottimo ricordo del giornalista fiorentino.

Ma veniamo al nuovo personaggio: Piero Montecchi, ordinario di Neuroscienze forensi e neuropsicologia forense dell' Università di Verona. Un "cervellone" potremmo dire, che all'età di ventisei anni, dopo un trascorso come carabiniere in missione a Mogadiscio, volge il proprio impegno per lo studio della mente umana così da poter dare risposte di rilevanza giuridica.

Il suo talento gli consente di entrare nel CICAP.

Il CICAP era stato fondato nel 1989 per promuovere indagini scientifiche e critiche nei confronti delle pseudoscienze, del paranormale, dei misteri e dell'insolito...


Montecchi vive tra Verona e Saint Paul de Vince, paesino dietro Nizza, di cui Cinzia, la sua amata moglie perduta si era innamorata.

Famoso nell'ambiente forense, viene contattato per dare una risposta razionale a eventi che di razionale hanno ben poco: anziani, residenti nella Villa imperiale sul Passo della Mendola, scompaiono di notte, da dodici anni, uno ogni due anni. In particolare lui viene chiamato per analizzare la sparizione dell'ultima anziana.

Il modus operandi è lo stesso ed è proprio questo che ha dato adito a storie, legende che hanno trovato terreno fertile in un paesino con un passato torbido.

Montecchi dovrà ricostruire gli eventi per dare risposte logiche.

Paoli si conferma scrittore di grande talento, con una capacità descrittiva in grado di trasportarmi nei luoghi menzionati e dare l'impressione di essere accanto al protagonista.

Una scrittura che, in alcuni momenti diventa quasi sensoriale, tattile. Mi è sembrato di percepire l'umidità e l'odore del bosco bagnato, il freddo mattutino e il tepore di un tè caldo, ma anche la paura, l'ansia e i dubbi che si insinuavano tra i pensieri diventando gli stessi dei protagonisti.

Tra tutti ne prevale uno:

Esiste qualcosa di razionalmente inspiegabile?


Un punto di domanda in cui si ripone la speranza di poter leggere ancora del prof. Montecchi.






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