Recensione Sussurri di Ashley Audrey - Rizzoli

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Sussurri * Ashley Audrain * Rizzoli * pagg. 360

 



I Loverly, proprietari della casa più lussuosa di Harlow Street, hanno organizzato un pomeriggio di fine estate tra amici: un party favoloso dal primo all’ultimo dettaglio, ma solo fino a quando Whitney Loverly, l’impeccabile padrona di casa, donna magnetica che richiama in egual modo malevolenze e ammirazione, si scaglia urlando contro il primogenito di dieci anni. Una scenata che gela all’istante l’atmosfera festaiola e gli invitati. Nove mesi più tardi, verso mezzanotte, quello stesso bambino cade dalla finestra della sua cameretta ed entra in coma. Whitney gli siede accanto nella stanza d’ospedale satura di apprensione e angoscia, rifiutandosi di parlare con chiunque, compresa la sua migliore amica Blair, di cui non riesce nemmeno a sopportare la vista. I fatti che seguono nei tre giorni successivi, mentre si consuma il dramma del piccolo Xavier, la cui sorte è sospesa in un fermo immagine, stringono il campo sulle famiglie di Harlow Street. In particolare, sulle tre donne che ruotano intorno a Whitney – Blair, Rebecca, Mara – di cui vengono svelati segreti e bugie: sussurri, che a poco a poco s’insinuano sotto la spessa coltre che ha sempre protetto, o meglio coperto, i rapporti di buon vicinato.





Da poco ho fatto una visita oculistica. Ho degli occhiali nuovi. Sorvoliamo sul fatto che siano progressivi (sono ancora giovane!). Con gli occhiali ora vedo benissimo. Ho quindi visto molto bene la scritta "thriller" sulla copertina del romanzo, ma il thriller io non l'ho trovato. Ho più volte tolto la copertina perché ho anche avuto il dubbio che ci fosse un altro libro sotto, ma no! Il libro era giusto!

Ho acquistato SUSSURRI sull'onda delle recensioni positive del precedente, LA SPINTA, che naturalmente #celhomanonlholetto (Laura zitta!) e, dopo la delusione avuta (perché si è già capito che per me lo è stata vero?),  non so se leggerlo per rivalutare l'autrice o non considerarlo per paura di perdere altro tempo. 

Veniamo al no-thriller.
È un romanzo corale in cui a parlare sono quattro donne.
Le loro voci ruotano attorno alla tragedia relativa alla caduta da una finestra del figlio di una di loro, Withney.
Vengono snocciolati il passato recente e non di Balir, Rebecca, Mara e della madre del ragazzo. Racconti che pensavo potessero portare a capire il perché della tragedia, rivestendo di tensione una storia che mi stava portando solo noia. Invece, la noia è continuata la tensione non so proprio dove potesse essere. 

La Audrain svela i segreti delle protagoniste e dei loro mariti, ma è tutto fine a sé stesso. Parole che non conducono da nessuna parte. Eppure l'approfondimento psicologico c'è, rivela bene la natura degli attori coinvolti e forse questo è stato l'unico motivo che mi ha portato a terminare la lettura, sperando in un colpo di scena finale che mi facesse rivalutare tutto.
Purtroppo neanche questo c'è stato. ve lo può dire bene il muro contro il quale l'ho scagliato!!





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