RECENSIONE C'ERA DUE VOLTE

11:26

C'ERA DUE VOLTE * Franck Thilliez* Fazi editore * pagg. 500

 




Nel 2008, in un piccolo paese di montagna, il tenente Gabriel Moscato è alla disperata ricerca della figlia, diciassettenne piena di vita scomparsa da un mese. Uniche tracce la sua bicicletta, i segni di una frenata e poi più nulla. Deciso a indagare sull’hotel due stelle dove la ragazza aveva lavorato l’estate precedente, Moscato si stabilisce nella stanza 29, al secondo piano, per esaminare il registro degli ospiti. Legge attentamente ogni pagina, prima di addormentarsi, esausto dopo settimane di ricerche infruttuose. All’improvviso, viene svegliato da alcuni suoni attutiti. Quando si avvicina alla finestra, si rende conto che piovono uccelli morti. E ora è nella stanza 7, al pianoterra dell’hotel. Si guarda allo specchio e non si riconosce; si reca alla reception, dove apprende che è il 2020 e che sono dodici anni che sua figlia è scomparsa: la memoria gli ha giocato uno scherzo crudele. Quello stesso giorno il corpo di una giovane donna viene trovato sulla riva del fiume Arve...


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Già dalle prime pagine l'atmosfera è ben delineata.

Alloggiare in un hotel che esiste solo perché vicino c'è una prigione. Altrimenti quale turista andrebbe in uno sperduto paese di montagna adagiato ad una parete di roccia? Aggiungiamoci una scena alla Hitchcock presa da "Gli Uccelli" (o se volete dal racconto di Daphne du MAurier a cui si ispirò il famoso regista) e il quadro è fatto. 


La trama si presenta, infatti, composta da fili apparentemente slegati, ma poi la genialità dell'autore li fa annodare tra loro, per darci l'illusione di una grande confusione e, solo dopo aver terminato tutti gli intrecci, ci troviamo ad ammirare un quadro delineato in tutti i suoi aspetti. 

Poveri illusi!

Niente è scontato con Thilliez. Niente. 

Se la storia del romanzo sembra chiusa, lo scrittore con una sua nota (DA LEGGERE ASSOLUTAMENTE ALLA FINE) è in grado di farci saltare dalla poltrona per urlargli contro, come se stesse dinanzi a noi!

Con questo suo secondo romanzo da me letto, Thilliez si conferma non solo uno scrittore in grado di costruire thriller per nulla scontati e banali, ma anche di corredarli di quel tocco di "pepe", fatto di enigmi da risolvere che ti fanno solo aumentare la voglia di leggere ancora e di sperare che il seguito esca al più presto.

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