RECENSIONE 'LA GRAMMATICA DEL BIANCO - UN' ESTATE A WIMBLEDON' di Angelo Carotenuto - SELLERIO

14:00

 

La grammatica del bianco * Angelo Carotenuto * pagg. 256 * Sellerio
 

Una epica sfida di tennis, la finale del torneo di Wimbledon del 1980 tra Björn Borg e John McEnroe. L'Orso e il Genio, due stili di gioco e di vita a confronto, si fronteggiano in ore di avvincente tensione. A far su e giù nel campo assieme ai due giganti c'è un giovane raccattapalle. Warren ha undici anni, una spiccata sensibilità, un amore per la lettura, un legame speciale con Micol la bibliotecaria. Vive con la madre ginecologa, del padre non sa nulla. È un campione di anagrammi, ma a scuola non ha buoni risultati e i compagni ridono di lui. Il sospetto di una sindrome, forse un deficit di attenzione, spinge la maestra a consigliare alla madre di Warren di iscriverlo al corso per raccattapalle al torneo di Wimbledon. Inizia così la sua avventura in campo che passa da un addestramento molto duro, allo sport e alla vita. Attraverso la cronaca dell'incontro tra Borg e McEnroe, che si fa avvincente duello di prodezze ed emozioni, il ragazzo ripercorre le tappe della propria crescita e insieme la storia del tennis, destinata quel giorno ad essere riscritta. Partita dopo partita Warren approda anche lui alla finale mentre osserva da vicino i giocatori, ne scruta ammirato ogni gesto e passo, tecnico o scaramantico. Tra i passaggi in campo, le chiacchiere piene di umanità con Damien, uno dei preparatori, e la scoperta di un primo amore, Warren impara dal tennis, «un gioco che ha previsto la possibilità di sbagliare addirittura nel regolamento», a rompere ogni indugio.


Benedetto sia il tennis e le sue lezioni, benedetta la vita che il tennis riproduce, la quotidiana battaglia che facciamo prima ancora che con gli altri  con noi stessi, dentro le nostre teste e i nostri stessi pensieri.




Pubblicato nel 2014, la Sellerio, in concomitanza con l'inizio del torneo, ripropone l'opera di Angelo Carotenuto, giornalista de la Repubblica, specializzato in sport.

Il perno della storia è la finale di Wimbledon giocata il 5 luglio 1980 tra Borg e McEnroe. A raccontarci i cinque set, uno per ogni capitolo, sarà Warren, raccattapalle di 11 anni. A iscriverlo al corso è stata la mamma, su suggerimento della maestra che ha visto in questa scuola, un'opportunità per far maturare Warren.

Con i suoi occhi e grazie alla sua minuziosa descrizione, la partita viene analizzata punto per punto, ma con essa la situazione di Warren e la vita in generale. Il ragazzo vive solo con la madre ginecologa. L'assenza del padre è una presenza scomoda per Warren; è quel pezzo del puzzle che non si inserisce alla perfezione, ma lui lo ha modellato e per ora, se lo fa andare bene, ma il disordine interiore lo avverte. Avverte anche che, proprio il tennis e la scuola da raccattapalle sono in grado di dargli il giusto assetto di cui ha bisogno.

È un romanzo semplice, ma che intenerisce e sorprende soprattutto per come esalta il tennis quale metafora della vita e, per questo, adatto anche a chi, come me, non è proprio dentro la materia. Anzi, grazie a questa lettura ho soddisfatto molte mie curiosità sul famoso torneo e sulle sue rigide regole.

La prima di queste curiosità è stata: perché proprio questa finale è stata presa come esempio della metafora tennis/vita? Sono andata ad approfondire e quella tra McEnroe e Borg è stata proprio una finale epica. Un tie-break leggendario nel quarto set, dove McEnroe annullò diversi match point dell'avversario prima di vincere il set e portare la partita al quinto set.

La rivalità tra i due è stata definita "Fuoco e ghiaccio" a causa di caratteri diametralmente opposti e di interpretazioni completamente differenti del gioco e della vita.



Un ottimo terreno quindi su cui poggiare il racconto di Warren con i suoi interrogativi esistenziali e con la voglia di vincere il suo match personale.



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