Recensione 'Tutti su questo treno sono sospetti' di Benjamin Stevenson - Feltrinelli

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Tutti su questo treno sono sospetti * Benjamin Stevenson * Feltrinelli * pagg. 360




                                                        

Ernest Cunningham è nei guai. Dopo essere diventato famoso per aver scritto un true crime sulla sua famiglia – una famiglia micidiale: hanno tutti ucciso qualcuno –, il suo agente letterario e il suo editore gli chiedono con insistenza un nuovo libro. Ma dove trovare l’ispirazione, senza che qualcuno ci rimetta la pelle? L’occasione si presenta sotto forma di un invito al Festival Australiano del Giallo. In omaggio ad Assassinio sull’Orient Express di Agatha Christie, gli organizzatori hanno deciso di riunire un gruppo di celebri giallisti a bordo del Ghan, il treno che attraversa l’Australia, da Darwin a Adelaide. Durante il viaggio, Ernie avrà modo di confrontarsi con i colleghi e forse, chissà, di mettersi finalmente al lavoro. Neanche il tempo di partire che ci scappa il morto. Per deformazione professionale, ciascuno dei giallisti inizia subito a elaborare teorie in base alla propria specializzazione: c’è chi procede per deduzione, chi veste i panni del medico legale e chi traccia il profilo psicologico del possibile assassino. A bordo sono tutti sospetti. Sulla carta sanno tutti come ragiona un detective e, prima ancora, come si commette un crimine, ma chi è passato dalla teoria alla pratica?




So di correre il rischio, per il mio voto, di finire nel prossimo libro di Stevenson e mi dispiace non poter neanche godere della visione del mio nome dato che sicuramente non lo leggerò e se per caso dovesse balenarmi l'idea di farlo, vi prego, legatemi!


È stata una lettura pesante, tediosa e, per i miei canoni, confusionaria. 

I personaggi erano troppi e anche se l'autore ci annuncia che i  morti saranno nove, in realtà sono stati molto meno (e qui vi prego se potete aiutarmi a smentire questa considerazione fatelo!) e quindi neanche gli omicidi hanno aiutato a far diminuire la gente sul treno. 

Tutto si svolge infatti sul The Ghan, un treno passeggeri che consente di attraversare l'Australia in un suggestivo viaggio. 

Purtroppo di suggestivo nel romanzo non c'è stato nulla. 

L'incontro tra i più importanti giallisti, per omaggiare Agatha Christie e il suo celeberrimo romanzo, Assassinio sull'Oriente Express, si è rivelato piatto quanto la Terra dei terrapiattisti. 

Neanche l'ironia dell'autore è servita a dare un po' di movimento alla storia. Anzi, sinceramente, l'ho trovata logorante. 

I personaggi, poco approfonditi, sono protagonisti di retroscena del campo dell'editoria. Forse questo ha rappresentato l'unico punto degno di nota, ma se fosse stato sviluppato su uno scenario meno ridondante di attori e con uno sviluppo più lento, credo avrebbe avuto maggiore risalto. 

Insomma, Stevenson mi ha deluso e portato quasi al blocco del lettore. Spero vivamente di riprendermi con la prossima lettura!
















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