Recensione Se per un anno una lettrice di Nina Sankovitch - Rizzoli

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Se per un anno una lettrice * Nina Sankovitch * Rizzoli* pagg. 274








"Decisi di dare inizio al mio progetto di lettura quotidiana il giorno del mio quarantaseiesimo compleanno. Tutti i libri sarebbero stati quelli che avrei condiviso con Anne-Marie, se avessi potuto. Il mio anno di intensa lettura sarebbe stato il mio progetto personale di fuga dentro la vita." Per Nina Sankovitch è l'inizio di una folle impresa: concedersi - con quattro figli e un marito in giro per casa, tra liste della spesa, panni da lavare, merende da preparare e cene da cucinare - una pausa forzata dal mondo e dai suoi ritmi concitati. Ma soprattutto dal dolore della perdita, esploso dentro di lei con la violenza di un uragano alla morte di sua sorella Anne-Marie. Un dolore troppo profondo per limitarsi ad aggirarlo nella speranza di lasciarselo alle spalle. Dai libri Nina si aspetta di ricevere consigli e insegnamenti, distrazione ed entusiasmo, serenità e giusto distacco. Nei libri troverà molto di più. Questo è il racconto del viaggio che, iniziato tra pagine di carta, l'ha portata a ripercorrere le storie della sua famiglia e i ricordi di un'intera vita, alla ricerca della chiave capace di far scattare la serratura della felicità.




Qualche anno fa, bighellonando su Instagram, incappai in un video di una ragazza che presentava le sue ultime letture, faceva unboxing e parlava, parlava tanto.

Mi colpì subito l'amore per la lettura così evidente e imponente. Iniziai a seguirla, curiosa di sapere di più della sua passione, che è anche la mia, ma ancor più di come fosse nata in lei la necessità di raccontare tutto, anche in un blog.  

Quando poi segnalò il libro "Se per un anno una lettrice" come quello che, insieme a un evento familiare occorso, aveva fatto evolvere la passione per la lettura in un'attività necessaria per l'anima e il corpo, ho deciso di recuperarlo. 

Naturalmente, perché per me è naturale, non l'ho letto subito, ma  era importante  sapere di averlo; era una sorta di legame con quella ragazza. 

Ora, a distanza di tempo, mi sono ritrovata a leggerlo. 


Nina Sankovitch racconta di sé, della sua vita, del suo dolore e lo fa grazie a loro: i libri. 

La perdita della cara sorella è una ferita cruenta. Come trovare sollievo? Come non dimenticare il volto della sorella scomparsa prematuramente? Come mantenere vivo il legame? 

 Coltivando e mantenendo viva la sua stessa passione: la lettura. 

Tra le pagine di questo breve romanzo autobiografico troviamo non un modo per sotterrare il dolore fino a dimenticarlo, no! Questa era la volontà di Nina non appena vissuto il lutto, ma con la terapia quotidiana della lettura, l'autrice lo elabora, lo metabolizza e lo fa diventare parte naturalmente ancorata alla sua vita. La lettura come percorso di redenzione da una colpa che in realtà non c'è, ma che una morte così dolorosa carica sulla vita dell'autrice. 

Dovevo perdonarmi di essere viva

Ogni giorno un libro. Come una pillola

La lettura sarebbe stata una questione di disciplina. Sapevo che sarebbe stato anche un piacere, ma avevo bisogno di attenermi a una tabella di marcia.


Ho apprezzato la prima parte del romanzo: evidente la freschezza di un dolore appena vissuto. Aspetto che, andando avanti si è perso, per lasciar posto a un più frequente elenco di titoli che si alternano a flashback a volte disorientanti.

Lo stile dell'autrice, semplice e schietto, si presta a una lettura piacevole se non fosse per la parte finale in cui prevale la sensazione di una "voglia di raggiungere l'obiettivo" sul potere salvifico dei libri che ha predominato nelle prime pagine. 

 Ciò che non mi fa attribuire un voto più basso è l'essermi ritrovata pienamente nell'affermare che  i libri hanno un potere taumaturgico e come possano creare una dipendenza che soddisfa un bisogno quasi vitale e forse anche il merito (o la disgrazia) di tenermi legata a quella ragazza di cui sopra...




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