RECENSIONE 'LE ORE FRAGILI' DI VIRGINIE GRIMALDI - E/O EDIZIONI

08:00

Le ore fragili * Virginie Grimaldi * e/o * pagg. 256

Diane ha sempre avuto sogni semplici. Un marito, due figli e un lavoro che le piace è più di quanto avesse osato sperare. Il giorno in cui Seb la lascia il suo mondo vacilla. Concentrata sul proprio dolore, non vede la tragedia che si sta svolgendo altrove. Accanto a lei, nella camera di fronte alla sua, le risate della figlia si estinguono. Lou ha sedici anni e paura di crescere, e la sua prima pena d’amore le strappa qualcosa di più che semplici lacrime. Quando Diane lo capisce è pronta a tutto per aiutarla, anche a tornare verso un passato da cui era fuggita. Insieme, madre e figlia camminano su un filo teso. Sotto di loro, il torrente della vita ribolle e porta via con sé le ore fragili.





La Grimaldi mi ha sempre colpito per la capacità di trattare temi inerenti il disagio mentale o problemi di salute, con tatto e semplicità. Da un'analisi e lettura superficiale si potrebbe pensare a una banalizzazione di argomenti così delicati e seri, ma ciò che ho percepito dalla lettura dei suoi romanzi è invece un grande rispetto. Anche in questo romanzo, tradotto da Alberto Bracci Testasecca, l'autrice ci mette dinanzi due vite, quella di Diane e Lou.
Madre e figlia.
Sono loro che, alternandosi nei capitoli, ci parlano delle ore fragili che stanno vivendo e dei passi delicati, leggeri che compiranno per cercare di non romperle.

Quelle di Diane sono relative a un periodo difficile di vita di coppia: Seb le ha annunciato la volontà di prendersi una pausa, forse definitiva e questo suo annuncio mina una stabilità che Diane aveva trovato dopo diverso tempo. 
Le ore fragili di Lou invece, sono quelle di una sedicenne alle prese con il primo innamoramento, la prima forte delusione e un mondo che le sembra cadere addosso.
I mondi di Diane e Lou sono diversi. Diane si scontra con una presa di coscienza disarmante che la priva di certezze che le sembrano salde:

Pensano di sapere tutto di lei, di conoscerla meglio di quanto non si conoscesse lei stessa, che si sta ancora scoprendo. Invece non è così. Mia figlia non è un mio prolungamento, non ho libero accesso alla sua mente. 

Lou sente il peso delle preoccupazioni del mondo tutto sulle sue spalle:


Sento troppo forte il rumore del mondo.


Arrivano gli attacchi di panico. Una situazione di cui Diane non si accorge subito, ma nel momento in cui succede, viene catapultata nel suo passato e ripercorre una storia che potrebbe aiutare sua figlia a superare quelle ore.


Così prende il via un percorso parallelo in cui la ricerca della serenità è la meta comune per entrambe.
L'autrice mette in risalto, con la sua capacità di essere delicata, ma decisa, come sia importante certamente sanare le ferite, ma anche accettare di convivere con le cicatrici che queste possono portare. Occorre però guardarle con occhi maturi, privi di risentimento, pentimento, rabbia o vendetta. E qui, altro pregio della scrittrice, viene fuori il ruolo importante della famiglia che, pur con le sue crepe, i suoi difetti, rappresenta un aiuto per trasformare dolori in trampolini di lancio per andare oltre il baratro dei pensieri più bui.




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