RECENSIONE 'MISERY' DI STEPHEN KING - PICKWICK

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Misery * Stephen King * Pickwick * pagg. 400



Paul Sheldon, un celebre scrittore, viene sequestrato in una casa isolata del Colorado da una sua fanatica ammiratrice. Affetta da gravi turbe psichiche, la donna non gli perdona di avere «eliminato» Misery, il suo personaggio preferito, e gli impone, tra terribili sevizie, di «resuscitarla» in un nuovo romanzo. Paul non ha scelta, pur rendendosi conto che in certi casi la salvezza può essere peggio della morte...   





Sono sempre stata del parere che, prima di guardare il film, sia bene leggere il libro da cui è tratto. 
Ho sempre pensato che la visione della pellicola possa togliere il piacere della lettura, se non altro perché so già come andrà a finire, soprattutto poi, se parliamo di un horror.

Tutto ciò, con King non vale!

Ci troviamo dinanzi ad un fatto, quello centrale e da cui parte tutto, già accaduto: lo scrittore Paul Sheldon si trova allettato in una casa nel Colorado. 
Apparentemente salvato dalla signora Annie Wilkies, capiremo che, in realtà si tratta di un vero e proprio sequestro da parte di colei che si definisce "l'ammiratrice numero 1".
Annie è ossessionata dall'aver perso la sua amata Misery, protagonista dei libri di Sheldon. 
L'autore ha deciso di farla morire e ciò, alla sua salvatrice, non è andato proprio giù. Decide quindi di costringere lo scrittore, non certo con modi educati, a farla tornare in vita.


King ci offre il racconto di questo "delizioso soggiorno" di Paul Sheldon, delle sue giornate trascorse tra dolori indicibili e torture estreme.
Racconti dettagliati non hanno fatto altro che creare in me una tensione altissima e anche la percezione della sofferenza provata sembrava reale ancor più quando questa veniva espressa con immagini  concrete: il dolore paragonato a un pilone sotterrato nella sabbia che compare e scompare a seconda della marea di antidolorifici.

L'analisi psicologica dei personaggi regna sovrana e King ci conduce nei suoi labirinti oscuri e inaspettati. 
E se il Novril sarà per Sheldon il suo ossigeno per il dolore che lo soffoca, le dosi di ironia inaspettate sono state per me un momento di pausa dalla tensione continua.

Può King, con un'iperbole, aver narrato di lettori accaniti che si immedesimano così tanto in un personaggio da influenzare scelte di uno scrittore? Quanto, soprattutto ora con i social, noi lettori possiamo determinare il lavoro di un autore e smontare una trama ? 

Bene, un romanzo horror che genera interrogativi del genere, non può che definirsi perfetto. 









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