Recensione Bournville di Jonathan Coe - Feltrinelli editore

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Bournville * Jonathan Coe * pagg. 432 * Feltrinelli














                                                 

A Bournville, un sobborgo di Birmingham dove ha sede una famosa fabbrica di cioccolato, l'undicenne Mary e la sua famiglia celebrano il Giorno della vittoria sul nazifascismo. Ascoltano con attenzione la voce di Winston Churchill alla radio che annuncia la fine delle ostilità. Mary avrà figli, nipoti e pronipoti, sarà testimone di un'incoronazione, quella di Elisabetta II, dell'indimenticabile finale della Coppa del Mondo del 1966, di un matrimonio da favola e di un funerale reale, quelli della principessa Diana, della Brexit e infine del Covid. Settantacinque anni di profondi cambiamenti sociali che hanno trasformato la famiglia di Mary e tutto il paese. Divertente ed emozionante, Bournville è la storia di una donna, della passione di un paese per il cioccolato e della Gran Bretagna.







Credo che non avrei mai letto Coe se non fossi stata invogliata dal parere entusiasta della mia spacciatrice di libri @lalibridinosa (qui la sua recensione).


Nella sinossi non riuscivo a trovare spunti che suscitassero il mio interesse.
Niente di più sbagliato.


Un libro che, in poche più di 400 pagine, racchiude 75 anni di storia di Bournville e, con essa, dell'Inghilterra e dei suoi cittadini. In particolare, Coe ci farà viaggiare dal 1945 al 2020 attraverso la vita di Mary e della sua famiglia.


Un romanzo corale in cui ai protagonisti fisici, si affianca la stessa cittadina di Bournville che, con la sua vocazione di sobborgo dedito alla produzione di cioccolato, determinerà sorti e destini dei suoi abitanti.



È un romanzo che racconta la Storia.
Attraverso episodi salienti che, come pietre miliari segnano svolte nell'Inghilterra e nelle vite dei protagonisti, l'autore evidenzia le problematiche del Paese e ci ritroviamo dinanzi a "corsi e ricorsi storici".
Ciò che ho apprezzato della scrittura di Coe è stata la capacità di far scivolare tra le dita un così ampio spazio temporale, illudendo di leggere una semplice saga familiare e lasciando invece tanti spunti di riflessione.

C'è tanto in questo romanzo che, non risulta avvincente se per avvincente ci aspettiamo un coinvolgimento di tipo emotivo nella storia.

La semplicità.
La quotidianità.
La vita che con le sue puntate, con il vissuto di famiglie che vivono con ordinarietà gli eventi straordinari.
Anche la semplicità può far nascere riflessioni.
Anche un semplice fiocco di neve che cade sulla manica della pelliccia.
Un autore che sono stata contenta di aver conosciuto.





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