Recensione Vecchie conoscenze di Antonio Manzini - Sellerio editore Palermo

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Vecchie conoscenze * Antonio Manzini * Sellerio editore * pagg. 416






Schiavone non ci crede. Tutti gli elementi indicano un solo colpevole: movente, tempi, luogo, tracce materiali e informatiche, psicologia. Ma lui non ci crede a pelle. «L'archeologa, Sara, ha detto che nei miei occhi non vede niente. Di solito è la stessa impressione che ho quando guardo un omicida». E invece negli occhi del sospettato numero uno qualcosa ha visto: «Paura». È morta nel suo appartamento Sofia Martinet, colpita alla testa con un oggetto pesante. Unici indizi una «J» ripetuta nella sua agenda, e una striscia pallida attorno a un dito, segno di un anello sempre portato e rimosso a freddo dal cadavere. Sui settant'anni, una casa piena di libri, di cui parecchi antichità di valore, un nome celebre a livello internazionale nel suo campo accademico, storica dell'arte specialista in Leonardo da Vinci. L'inchiesta portata avanti da Rocco Schiavone, con il suo stile inconfondibile di lavoro e di vita, ha due snodi. Il primo riguarda la condotta del figlio della vittima; il secondo è una scoperta che questa aveva fatto scavando nelle opere scientifiche del genio del Rinascimento. «Una svolta nel mondo degli studi leonardeschi». Improvvisamente, una scossa tellurica complica anche emotivamente le giornate inquiete di Rocco: rispunta Sebastiano, l'amico di infanzia, e di imprese al limite della legalità, che era scomparso da un bel po' di tempo, inabissato nella sua caccia segreta appresso al carnefice della giovane moglie. Vecchie conoscenze. E non è l'unico, sconvolgente ritorno proveniente dal passato, per trasformare in spettri le vecchie care conoscenze. Un Rocco Schiavone forse più solo, ma a momenti autocritico, che si sorprende quasi quasi a pentirsi della propria scorza di durezza: forse perché aleggia dappertutto un'invitante allusione alla forza emancipatrice dell'amore. Amore di qualunque tipo.



Dopo 7-7-2007, questo è il libro della serie su Schiavone che più mi ha colpito. 

Due mondi distanti che si incontrano: quello di Schiavone e quello di Sofia Marhinet, storica dell'arte. La morte di quest'ultima porta il vicequestore ad interessarsi ad un ambiente lontano anni luce dalla sua vita. D'altronde, cosa è nelle sue corde? Schiavone ha il suo mondo difficile da scalfire.

Eppure qui assistiamo a qualche apertura.

Assistiamo ad un vicequestore che addirittura racconta il proprio vissuto a Gabriel, il ragazzo a cui, strano a dirsi, si è ormai affezionato. 
C'è da rimanere ancora più sconvolti quando le vicende personali porteranno a terremoti sconvolgenti per l'animo di Schiavone.
 In questo libro Manzini fa un lavoro ancora più certosino sulla psicologia di Schiavone tanto da portare noi, ormai affezionati suoi lettori, se siamo arrivati a questo punto, ad avvertire quella stretta allo stomaco, quel vuoto improvviso dinanzi allo svelarsi di verità sconvolgenti. 

Ci saranno forti turbamenti per Rocco: delusioni per amicizie che si sperava di coltivare, tradimenti per amicizie che sembravano così consolidate da essere ormai pilastri della propria vita. E quella sensazione di "negozio vuoto" che fa da ouverture al romanzo, diventa una voragine nel mondo delle certezze di Schiavone. 

Separi si aprono per far apparire vecchie conoscenze con i loro veri volti. 

Le maschere cadono e fanno rumore. Un rumore assordante per gli orecchi di Rocco e per i nostri. 





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