RECENSIONE Chi ama, odia di Silvina Ocampo e Adolfo Bioy Caseres

14:51

Chi ama, odia * Silvina Ocampo & Adolfo Bioy Casares * Sur * pagg. 157

 






«Chi ama, odia» è l'unico romanzo scritto a quattro mani da due figure imprescindibili nel panorama letterario argentino: Adolfo Bioy Casares e Silvina Ocampo. Una coppia al tempo stesso glamour e tormentata, una sorta di Scott e Zelda Fitzgerald latinoamericani, che ha dato forma alla scena letteraria di Buenos Aires dagli anni Trenta in poi. Una giovane traduttrice di romanzi gialli viene trovata morta nell'Hotel Central di una località di villeggiatura, Bosque del Mar, mentre l'albergo è completamente isolato a causa di una tempesta di sabbia. Giocando col genere poliziesco e con innumerevoli riferimenti letterari, gli autori costruiscono la classica trama in cui «l'assassino è tra di noi». Mentre un improvvisato investigatore – il medico omeopatico Humberto Huberman – si incarica delle indagini, i sospetti vengono fatti abilmente ricadere ora sull'uno ora sull'altro dei villeggianti. Divertente e imprevedibile, «Chi ama, odia» è un gioiello ritrovato, in cui, come racconta Francesca Lazzarato nella postfazione: «Bioy e Ocampo non solo scrivono in continuo dialogo tra loro, con le proprie letture, con l'invisibile e onnipresente Borges, ma non smettono di interpellare i lettori».




Una trama interessante, intrigante, ma che non lo è stata altrettanto nella sua costruzione e sviluppo.

In sintesi potrei definirlo come un romanzo stile "Agatha Christie" in versione sudamericana.

Gli elementi ci sono tutti: un gruppo di persone di diversa estrazione sociale che si trova bloccato in un albergo, un omicidio, un colpevole da scoprire tra i presenti e non manca il "Poirot" della situazione.
 
Avrei anche avuto piacere a leggere un remake argentino del romanzo giallo per eccellenza, ma non ho trovato assolutamente il pathos, il coinvolgimento e la voglia di scoprire la verità.

Insomma, una bruttissima copia che ha dei protagonisti piatti, senza sfumature pur essendo stati delineati nelle prime pagine con dovizia di particolari. 

Lo sviluppo della storia è stato confusionario e disordinato. Questa non linearità mi ha dato la sensazione di inafferrabilità delle vicende. Non le ho mai sentite mie, non mi sono mai sentita partecipe e, anche il finale, seppur originale (forse unico elemento singolare), non è risaltato, così come gli indizi sparsi qua e là, rimasti un po' anonimi.
Si sono persi tra capitoli frammentari che hanno contribuito a rendere tortuosa una storia noiosa. 





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