RECENSIONE LA FIGLIA DEL REICH

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LA FIGLIA DEL REICH * Louise Fein * trad. Anna Rusconi * Sonzogno editore * pagg.475 


Lipsia, anni Trenta. Hetty è una ragazza impetuosa e piena di entusiasmo, cresciuta nei luminosi valori di rinascita predicati dal Führer. Crede ciecamente in lui e nella sua visione di una grande Germania, come crede nell'affetto della sua famiglia, nella solidità del padre - un importante ufficiale delle SS - e nella sacra ambizione dell'adorato fratello Karl, che si è appena arruolato nella Luftwaffe. Le certezze di questo mondo perfetto cominciano a incrinarsi quando rivede Walter, che era stato il migliore amico del fratello ed è ormai bandito dalla loro casa. Perché Walter è ebreo. Ma agli occhi di Hetty resta il ragazzo gentile e affascinante che tanti anni prima l'aveva salvata dalle acque del lago, il solo che ancora adesso riesca a strapparle un sorriso e sembri interessarsi ai suoi sogni. Come può una persona così generosa essere perseguitata? Giorno dopo giorno, durante incontri segreti e fugaci, lui le svela gli aspetti oscuri del Reich, gliene fa conoscere il lato feroce e violento, la porta a interrogarsi sul vero significato dei principi a cui è stata educata. Hetty è confusa, diffidente, lacerata, ma quei loro appuntamenti diventano sempre più indispensabili. Per capire, per sfuggire all'atmosfera oppressiva che respira a casa e, forse, per innamorarsi per la prima volta.

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Sono diversi i libri letti che hanno come tema il nazismo, i campi di concentramento e l'olocausto. Il timore, nell'avvicinarmi a questa lettura, era di trovarmi dinanzi a una storia d'amore che sminuisse la tragicità della storia.
Il timore è stato spazzato via sin dalle prime battute assaporando subito i connotati di un romanzo storico.
Il punto di vista è quello di Hetty, figlia di un ufficiale delle SS, cresciuta a pane e Hitler, venerato come Dio in terra e a cui votare la propria esistenza.
Quando però nella mente di Hetty si insinua il dubbio circa la verità dei proclami nazisti contro la razza ebrea, iniziamo ad assistere a uno scontro interiore: la figlia del Reich che deve mantenere alto l'onore di un padre suddito fedele al regime, contro una ragazza tedesca innamorata di un uomo sbagliato che comprende l'ingiustizia e l'odio che il regime nazista sta diffondendo.

L'indole ribelle, di donna con sogni da realizzare non rispondenti al volere dei genitori e del Reich, sarà benzina per il fuoco che divampa ogniqualvolta Hetty desidera un minimo di confronto.,

Quale prezzo dovrà pagare per risolvere il conflitto che nel suo animo fa da preludio a quello che si vivrà in territorio europeo?

"Queste persone, non più padri né fratelli né figli, sono belve che fiutano l'odore del sangue, del potere, del caos. Lo smalto della civiltà si é scheggiato e rivela la natura dell'uomo: una bestia feroce e selvaggia"

La figlia del Reich è un romanzo storico che mette in luce, dal punto di vista tedesco, aspetti più o meno conosciuti, conseguenze di una politica malata, non evidenziata dai libri di storia, ma grazie agli studi e agli approfondimenti dell'autrice a noi vengono svelati.

La penna della Fein è semplice e naturalmente tragica perché la storia narrata lo é.
Il pregio dell'autrice é stato quello di romanzarla senza scadere nel banale, nell'ovvio, nel romance, delineando personaggi in maniera completa, a tutto tondo, e facendo emergere il coraggio di Hetty nel prendere decisioni ardue senza preoccuparsi delle conseguenze.

In alcuni momenti avrei voluto prenderla a sberle per i rischi che correva e che al momento sembravano inutili, ma senza di questi Hetty non avrebbe cambiato la sua storia. Senza persone come lei non ci sarebbe stato un capovolgimento della Storia. 

Leggetelo e preparate i fazzoletti. 

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