RECENSIONE C'ERA UNA VOLTA ADESSO

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C'era una volta adesso * Massimo Gramellini * Longanesi editore * pagg. 288



Cosa racconteremo di noi e della nostra vita ai nostri nipoti? Mattia decide di iniziare dalla primavera dei suoi nove anni, nel 2020, quando, mentre il mondo da un giorno all'altro si rinchiude in casa, si ritrova costretto nel microcosmo di un condominio di ringhiera a fronteggiare il suo più grande nemico: quel padre che l'aveva abbandonato quando aveva solo tre anni. Mentre tutto si stravolge, l'ansia e la paura prendono il sopravvento, la scuola viene racchiusa in un computer, i vicini cantano dai balconi e gli amori vivono storie impossibili, il piccolo Mattia, grazie all'aiuto di una nonna che dai libri e dalle stelle ha appreso la tenera saggezza della vita, e di una sorella ribelle e affettuosa, comincerà a capire qualcosa di nuovo e importante: diventare grandi significa anche provare a scommettere sugli altri e imparare a fidarsi. Persino dei più acerrimi nemici. Massimo Gramellini, con la sua straordinaria empatia, ci racconta in una storia di sentimenti e speranze la sorprendente scoperta di potersi continuamente reinventare.

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"C'era una volta adesso" è la storia del lockdown di un anno fa raccontata dalla bocca di Mattia, 9 anni.

Un modo semplice, genuino, ingenuo come solo un bambino della sua età può fare, mascherando da eroi, cattivi e banditi i vicini di casa, per vivere con apparente normalità un periodo che di normale non ha proprio nulla. 

E' il primo romanzo che leggo di questo autore e devo dire che è stata una bellissima scoperta.

La storia scorre, di certo non come il tempo che non passa mai stando chiusi in casa così a lungo, mettendo in evidenza quei sentimenti contrastanti che hanno caratterizzato il primo lockdown (e purtroppo anche questi giorni): paura e speranza, affetto e odio, voglia di cambiare e timore di perdere ciò che si è conquistato.

Mattia li vive attraverso le sue vicende familiari che lo portano a rivalutare la figura paterna fino a quel momento persa, e ora tornata a casa perché costretta dalle circostanze; una sorella e le sue pene adolescenziali dovute a un amore impossibile da vivere; una madre che teme di dover rimettere in discussione i suoi punti fermi. Un grande aiuto per Mattia saranno le pillole di saggezza della nonna, amante della cultura e delle stelle.

"Quando hai perdonato ti senti talmente pulito che gli abiti di prima ti sembrano sporchi. E ti viene soltanto voglia di metterne di nuovi"


C'è speranza, tanta speranza in questo testo. Speranza in un'evoluzione positiva della pandemia, ma anche della capacità umana di gestire i rapporti interpersonali. Una speranza che si affievolisce perché, a distanza di un anno se, per la gestione del virus, un vaccino è stato trovato, per la gestione dei rapporti umani non abbiamo capito che il vaccino c'è sempre stato: ragionare e far parlare il cuore. Gramellini, grazie a Mattia, ce lo ha fatto comprendere: essere in grado di rivedere le proprie certezze non è sinonimo di debolezza, ma segno di maturazione e grande forza interiore. 

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