RECENSIONE CINQUE INDAGINI ROMANE PER ROCCO SCHIAVONE

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CINQUE INDAGINI ROMANE PER ROCCO SCHIAVONE * Antonio Manzini * Sellerio editore * pagg.248

Questo volume riunisce i racconti pubblicati in diverse antologie di questa casa editrice, a partire da "Capodanno in giallo". Raccolti assieme, permettono di ricostruire quello che può chiamarsi l'antefatto del vicequestore Rocco Schiavone. Un poliziotto tutt'altro che buonista, piuttosto eccentrico nei panni del nemico del crimine. Di mattina, per darsi lo slancio si accende uno spinello; quando capita, non disdegna qualche affaruccio con la refurtiva di un colpo sventato; è rozzo con tutti, brutale con i cattivi, impaziente con le donne. Ciononostante chi legge le sue avventure lo vorrebbe amico. Per punizione, i comandi lo trasferiranno in mezzo alla neve di Aosta, dove sono ambientati i romanzi che gli hanno dato tanta notorietà. Intanto, nelle storie di questo volume, lo incontriamo prima del forzato trasloco. Sa che sta per dire addio alla città amata, ma non sa quale sia il suo destino. In questa incertezza, il passato lo stringe da ogni parte scolpendo il suo pessimismo, nutrendo la sua malinconia. Percorre Roma, luoghi familiari, vecchie conoscenze, mentre nel suo modo sfaticato intuisce soluzioni impensate agli enigmi criminali. E questi hanno sempre sfondi di oscura umanità. Tanto che i suoi difetti appaiono l'altra faccia, necessariamente antiretorica, della medaglia della viva pietà per i derelitti e del grande dolore che una volta gli ha straziato il cuore. Insomma, sembra una specie di angelo caduto.




🌟🌟🌟🌟

Una raccolta di racconti collocati temporalmente prima dell'arrivo ad Aosta del vicequestore per delineare con un tratto più deciso e marcato il carattere di Schiavone.

I racconti qui riuniti sono:

- L'accattone;

- Le ferie di agosto;

- Buon Natale, Rocco;

- La ruzzica de li porci;

- Rocco va in vacanza.

Da divorare tutti insieme o centellinarli per continuare ad affezionarsi a Rocco. Ormai i romanzi di Manzini  sono una sorta di "rifugio" perché la sua scrittura è una certezza, una conferma. 

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