RECENSIONE UN'AMICIZIA

07:00

UN'AMICIZIA * Silvia Avallone * Rizzoli * pagg. 444

 
    

Se le chiedessero di indicare il punto preciso in cui è cominciata la loro amicizia, Elisa non saprebbe rispondere. È stata la notte in cui Beatrice è comparsa sulla spiaggia – improvvisa, come una stella cadente – con gli occhi verde smeraldo che scintillavano nel buio? O è stato dopo, quando hanno rubato un paio di jeans in una boutique elegante e sono scappate sfrecciando sui motorini? La fine, quella è certa: sono passati tredici anni, ma il ricordo le fa ancora male. Perché adesso tutti credono di conoscerla, Beatrice: sanno cosa indossa, cosa mangia, dove va in vacanza. La ammirano, la invidiano, la odiano, la adorano. Ma nessuno indovina il segreto che si nasconde dietro il suo sorriso sempre uguale, nessuno immagina un tempo in cui "la Rossetti" era soltanto Bea – la sua migliore amica.

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"L'ultima cosa a morire qual era? Ora lo sapevo: il segno irreversibile che imprimi in un corpo, la parola che rimane scritta."

Elisa lo comprende subito. 
La parola reclama il suo diritto ad essere scritta per dare di nuovo vita a quella storia passata che rischia di scivolare nella nebbia dell'oblio. 
Così riapre i suoi diari per rivivere l'amicizia anzi, un'amicizia, con Bea: ricca, antipatica ragazza di una famiglia perbene con un destino già individuato dalla madre che la vede sulle copertine delle più importanti riviste di moda. 
Insomma una di quelle amicizie a cui si aspira senza sperarci più di tanto perché mai Bea sarebbe potuta diventare amica di Elisa, figlia di genitori che vivono separati spartendosi la gestione dei figli e con un futuro da costruire.
Eppure, quest'amicizia nasce.
All'improvviso.
Da uno sguardo.
Le pagine del diario fanno muovere le dita di Elisa sulla tastiera del pc per ripercorrere ciò che la ha generate.
E il romanzo prende vita con una gestazione di quindici giorni circa. 
Così Elisa  ci fa sapere dov'è nata la loro amicizia, come si è evoluta, cosa è successo nelle loro vite. Lo fa con il cuore aperto, con i sentimenti che sgorgano come cascate in piena, con risposte che avrebbe voluto dare e non  ha dato, promesse da mantenere e che non ha mantenuto. 
Perché inizia a scrivere tutto ciò?
Perché Elisa deve far conoscere la vera Beatrice, non quella che tutti vedono attraverso i social.
Questa è la motivazione ufficiale.
Capiremo bene alla fine che in realtà lo scrivere per Elisa rappresenta il suo riscatto.
Il riscatto di una vita non influenzata, ma decisa dall'amicizia con Beatrice e da un segreto che dopo tredici anni non può più rimanere tale.
Le sofferenze a cui ha portato non sono più sopportabili e hanno bisogno di essere elaborate e chiarite.
Elisa deve uscire dall'ombra di Bea e vivere di luce propria. 

Ho letto questa evidente voglia di Elisa di rinascere. 
L'ho percepita in modo pieno e assoluto dalla penna della scrittrice. 
L'ho avvertita e attesa tanto. Tanto da leggere il libro con fame di rivincita, partecipando a questa resa dei conti. 
Ho amato lo stile di scrittura che mi ha coinvolto pienamente nella storia però sono rimasta affamata di quel riscatto.
Non per il tipo di rinascita che Elisa ha vissuto, ma perché si è svolto in pochissime righe e in un modo che ha portato al ridimensionamento di una storia che poteva essere unica invece, è diventata una storia qualunque. 
La mia delusione è proporzionata all'amore per la loro storia, per lo stile di una scrittrice che non conoscevo. Mi sono riempita di tanta attesa e sono rimasta poi vuota.
La conclusione non è stata matura come l'evoluzione della vita di Elisa, ma adolescenziale come quella di Bea. 
Non posso però non consigliarne la lettura. Vorrebbe dire non vivere le belle emozioni provate nella maggior parte del romanzo solo per un finale che IO avrei voluto fosse diverso. 
"La vita vera comincia solo quando tradisci chi ami per non tradire te stesso, quando te ne vai per diventare chi sei"


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