RECENSIONE IL GIORNO DEL SACRIFICIO

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IL GIORNO DEL SACRIFICIO * Gigi Paoli * Giunti Editore * pagg.. 416



È un lunedì mattina di fine settembre a Firenze, ma il cielo meravigliosamente azzurro fa pensare a una giornata d’estate e niente lascia presagire l’incubo in cui la città sarà risucchiata di lì a poche ore. A bordo della sua auto il reporter Carlo Alberto Marchi si sta dirigendo a caccia di notizie verso Gotham City, il futuristico Palazzo di Giustizia, quando una telefonata allarmante del capocronista gli intima di correre subito al polo universitario lì vicino: è successo qualcosa di molto grave, qualcosa di cui ancora si sa ben poco. Un muro di poliziotti e ambulanze impedisce il passaggio a studenti e curiosi, e le voci si susseguono: «Pare che sia morto qualcuno», «Ho sentito delle urla», «Qualcuno è entrato armato». Quando Marchi riesce finalmente a farsi strada, non è preparato a quello che sta per vedere: sangue dappertutto, una decina di studenti a terra, alcuni corpi coperti pietosamente da lenzuola bianche. Un attentato? Le prime testimonianze confermano i dubbi più spaventosi: tra quei cadaveri si trova anche l’autore della carneficina, che dopo aver sparato all’impazzata si è ucciso urlando “Allah Akbar”. Firenze si risveglia nel terrore, il panico si scatena in città, soprattutto quando le televisioni di tutto il mondo trasmettono un videomessaggio ricevuto da fonte anonima. Sullo sfondo della cupola del Duomo divorata dalle fiamme, una voce annuncia: «Crociati della città di Firenze, siamo qui. Il Giorno del Sacrificio sta finalmente arrivando anche per voi». È evidente che ci sarà un nuovo, terribile attentato. Ma dove? Rimangono solo cinque giorni per scoprirlo e stavolta Marchi, alla ricerca di risposte tra misteriosi interpreti arabi, ingegneri nucleari uccisi, Imam e rabbini pacifisti, si troverà a mettere a rischio la sua stessa vita…

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Un salto di qualità rispetto ai precedenti romanzi. 

La storia vede sempre impegnato Carlo Alberto Marchi con la sua cronaca giudiziaria, ma stavolta dovrà sfruttare le proprie conoscenze per avere maggiori informazioni non su un "semplice" fatto di cronaca, ma su una questione di carattere internazionale. 


Qui Gigi Paoli si rivela ancor più uno scrittore di grande professionalità, serio, poco scontato e che conferma la costruzione di un personaggio, come quello di Carlo Alberto, che continua a colpirmi per la sua grande umanità.

"Ero al servizio del lettore, ovviamente, ma se il servizio al lettore favoriva i delinquenti, era un servizio sbagliato. E sarei stato un pessimo giornalista."

Non privandoci dei dettagli storici della sua amata città, l'autore in quest'ultimo romanzo ci fornisce delle pause costituite da riflessioni messe in bocca al giornalista che rimarcano il suo carattere e che, allargando quella nicchia di vita privata, mostrano lati del suo carattere fino ad ora tenuti in ombra da una grande umiltà e voglia di mantenere un apparente stato di tranquillità raggiunto con non poche difficoltà.


"Fu quella notte che la pesantezza della mia solitudine mi si attaccò addosso come quella colla che ti rimane sulle dita: una seconda pelle appiccicosa che non riesci a tirare via. Ero solo."


Storie diverse, apparentemente slegate, si dipanano in diversi punti della città. Paoli, senza disordine, senza confusione, le fa convergere verso un unico comune denominatore. Tutto sarà chiaro, senza alcun dubbio tutto sarà illuminato, ma con suspence, tensione e... un sospiro di sollievo (?). Questo non velo dico. Dovete leggerlo! 

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