RECENSIONE IL LIBRO DI EMMA

18:20

IL LIBRO DI EMMA * Emma Reyes * edizioni sur * trad. Violetta Colonnelli * pagg 195

 


È una storia senza tempo quella di Emma Reyes, la pittrice colombiana la cui vivacità narrativa era tanto amata da García Márquez, che la incoraggiò a scrivere. Come senza tempo sono i ricordi d'infanzia: nelle ventitré lettere scritte dal 1969 al 1997 all'amico Germán Arciniegas, Emma racconta, con voce tenera, nostalgica e autoironica insieme, di quando era bambina. Di quando, con la sorella Helena, poco più grande e come lei figlia di una relazione illecita, viveva senza padre né madre in una stanzetta nella periferia di Bogotà e costruiva pupazzi di fango in una discarica, con i bambini del quartiere. Da lì a una casa coloniale, da una bottega del cioccolato a un teatro con una pianola, dalle cure brusche della Signorina María a quelle delle suore in un convento di clausura: il tutto tra abbandoni e scoperte, confondendo lavoro e gioco, squallore e poesia, preghiere e paure. La piccola Emma non sa nulla del mondo, ma ha un coloratissimo universo interiore di cui questo «memoir per corrispondenza», che torna in libreria in una nuova edizione, è testimonianza preziosa.


🌟


Un libro che non mi ha lasciato assolutamente nulla. Una scrittura sterile volta ad un mero racconto di un'infanzia dura, crudele, realmente vissuta dall'autrice e pittrice colombiana. 

Con delle lettere inviate al suo amico Gérman, l'artista ripercorre il vissuto dei suoi primi anni, ma la mia sensazione è stata quella di leggere  una semplice cronistoria. 



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